L’ambizione del player è porre fine all’inquinamento causato dalla plastica e per questo il suo team del Global Packaging R&D Centre è impegnato a trasformare questa visione in realtà.
Non solo negli ultimi anni l’azienda ha più che raddoppiato gli investimenti in scienza e tecnologia dei materiali. Ma sta anche ulteriormente potenziando le competenze interne, per procedere speditamente al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi che si è posta nel merito.
Aumentare l’uso di plastica riciclata
Incorporare più riciclato post consumo (PCR) nel packaging è fondamentale per ridurre il ricorso alla plastica vergine. Non si tratta semplicemente di sostituire l’uno con l’altro: è una sfida tecnica complessa.
La plastica riciclata che Unilever usa viene sottoposta a test e controlli di qualità rigorosi per garantire che gli imballaggi abbiano l’aspetto e le prestazioni della plastica vergine, per esempio, mantenendo colori vivaci e accattivanti per i consumatori.
Quest’anno, il team Packaging R&D ha caratterizzato 160 gradi di contenuto di plastica riciclata per creare uno strumento digitale in grado di prevedere il colore dell’imballaggio, rendendo superflua la creazione di un prototipo fisico solo per verificarne l’aspetto finale. Ciò assicura un consistente risparmio di tempo e risorse, abbassando i tempi di sviluppo di circa il 25%.
L’azienda inoltre impiega un impianto pilota per i test interni, per ottimizzare virtualmente i materiali e progetti prima di lanciarli sul mercato. Ciò riduce ulteriormente la necessità di test fisici e prove in fabbrica, garantendo che il nuovo imballo sia quindi idoneo per un lancio su larga scala.
Materiali flessibili di nuova generazione
Nel contesto di rendere riutilizzabili, riciclabili o compostabili tutti i contenitori di plastica flessibile entro il 2035, Unilever sta lavorando a diverse soluzioni. In primis si procede a eliminare gli imballaggi non essenziali, ridimensionando i formati. Ciò richiede tempo e un cambiamento sistemico, motivo per cui l’azienda sta anche sviluppando materiali alternativi alla plastica flessibile compatibili con i sistemi di riciclo e naturalmente biodegradabili attraverso il programma “Future Flexibles”.
Al momento, la carta è l’unico materiale di imballaggio leggero e ampiamente riciclabile e compostabile sul mercato. Tuttavia, da sola, la carta non è sufficiente come materiale di imballaggio. Ha basse proprietà barriera, si lacera facilmente in ambienti di produzione industriale e, non sciogliendosi, rende la sigillatura della confezione molto impegnativa. Ecco perché molte soluzioni di imballaggio in carta oggi richiedono la presenza di un sottile strato plastico in grado di fornire protezione barriera e sigillare il prodotto contenuto.
Il team di ricerca e sviluppo per il packaging valuta costantemente materiali e tecnologie emergenti. A oggi, ha valutato oltre 3.000 tecnologie utilizzate nel packaging anche di altri settori industriali, come farmaceutica ed elettronica.
Comunque, la creazione di nuovi materiali e tecnologie sostenibili va di pari passo con lo sviluppo e la distribuzione di formati di packaging nuovi e modelli scalabili di riutilizzo-ricarica. E anche su questo sono diversi i progetti in corso.