Giovedì, il Parlamento UE ha approvato la richiesta di ritardare di un anno l’applicabilità della nuova legge comunitaria sul biologico prevista per il 1° gennaio 2021.
Motivando la sua richiesta al Parlamento, la Commissione ha citato gli effetti della pandemia sugli Stati membri e sul settore biologico. Gli operatori biologici, infatti, hanno dovuto concentrarsi sulla prosecuzione della produzione biologica e dei flussi commerciali, invece di prepararsi all’entrata in vigore del nuovo quadro legislativo. Il posticipo della data a partire dalla quale si applicano le nuove regole si è quindi reso necessario, per garantire che il settore biologico continui a funzionare senza intoppi, evitando al contempo interruzioni nell’approvvigionamento del mercato. Tutto rimandato dunque al 1° gennaio 2022.
Il contesto
Il Parlamento ha approvato la nuova legge comunitaria sul biologico nell’aprile 2018. Le nuove regole, in vigore da giugno 2018 e applicabili da gennaio 2021, dovrebbero aumentare la produzione biologica e garantire che nell’UE vengano venduti solo alimenti biologici di qualità.
Ma per essere operativa la nuova legge deve essere sostenuta dal diritto derivato. A causa dei ritardi nella predisposizione degli atti delegati e di esecuzione, causati dallo scoppio della pandemia COVID-19, il presidente della commissione per l’agricoltura Lins ha chiesto al commissario Wojciechowski a maggio di rinviare l’applicazione della nuova legge sul biologico fino a gennaio 2022.
Ottenuta l’approvazione del Parlamento, la proposta della Commissione deve essere approvata dal Consiglio per entrare in vigore.