Recupera la domanda domestica di formaggi

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Ismea ha appena diffuso il report “Tendenze e dinamiche recenti; lattiero caseari – dicembre 2024”. Soffermandoci sulla domanda domestica, Ismea nella sua analisi sottolinea come sia continuato nel corso del 2024 il ridimensionamento dell’inflazione.

E, nonostante ciò, il calo della spesa alimentare registrato nei primi nove mesi del 2024 è da attribuire anche a un alleggerimento del carrello in termini quantitativi. In particolare, per quanto riguarda i prodotti lattiero caseari – secondo i dati dell’Osservatorio Ismea-NielsenIQ – la spesa delle famiglie è diminuita complessivamente dell’1,2% a fronte di una riduzione della stessa entità sia per i prezzi che per i volumi (-0,6% nel periodo gennaio-settembre 2024).
A pesare sull’intero settore è soprattutto la contrazione dei volumi di latte fresco (-6,9%) sempre meno consumato all’interno delle mura domestiche e, in parte, sostituito dallo yogurt (+3,8% in volume) soprattutto a colazione e in alcune preparazioni casalinghe (salse, dolci ecc.). Il comparto dei formaggi evidenzia un recupero della domanda domestica (+1,1%), in particolare grazie alla dinamica positiva dei freschi (+1,6% in volume) e dei prodotti industriali tipo spalmabili (+3,4%), favoriti soprattutto nei mesi estivi dalle elevate temperature e dalla praticità di utilizzo. Per quanto riguarda il segmento dei formaggi duri, si registra una sostanziale stabilità dei consumi (-0,2%), a fronte di prezzi ancora con segno positivo e un ridotto riscorso alle promozioni nei punti vendita al dettaglio.

Prospettive

Focalizzandosi sul mercato nazionale, secondo Ismea, l’anno dovrebbe chiudersi con una produzione in aumento che, proseguendo con l’attuale ritmo, potrebbe superare i 13 milioni di tonnellate sfiorando il record del 2021 e riportando il grado di autoapprovvigionamento sopra l’80% che a sua volta ridurrebbe la pressione competitiva da parte dei principali fornitori. A questo proposito – nota Ismea – la necessità sostenuta di materia prima da parte dell’industria di trasformazione e prezzi di fornitura competitivi (fino al 25%-30% in meno) hanno continuato a spingere le importazioni di latte in cisterna nei primi otto mesi 2024 (+8% in volume rispetto allo scorso anno). In particolare, oltre alla conferma della Germania nel ruolo di primo fornitore con una crescita di oltre 4%, si registrano aumenti a doppia cifra per le cisterne provenienti da Slovenia, Austria e Ungheria.

Per quanto riguarda la fase di trasformazione, gli operatori del settore lattiero-caseario sono ottimisti, come rilevato dall’Indice Ismea sul Clima di Fiducia dell’industria alimentare, non solo per l’esiguità dei magazzini di stoccaggio, ma soprattutto con riferimento alle aspettative di vendita molto positive relativamente agli ultimi mesi dell’anno in corrispondenza delle festività natalizie e di un aumento dei flussi legati al turismo invernale e religioso.