I formaggi freschi e gli extraduri DOP guidano l’export italiano

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Ismea ha appena rilasciato il Report – AgriMercati relativo al IV trimestre 2024. Ecco quanto riporta sul settore lattiero-caseario.

Dopo il rallentamento estivo, la produzione di latte in Italia ha ripreso a crescere, segnando un +1,5% rispetto a gennaio-novembre dell’anno precedente secondo i dati Agea.

Stando a dati preliminari, le consegne italiane potrebbero arrivare a superare nel 2024 i 13 milioni di tonnellate e riportando il grado di autoapprovvigionamento sopra l’80%. Dopo la sostanziale stabilità del primo semestre, il prezzo alla stalla nazionale ha ripreso a salire a grazie alla favorevole congiuntura dei principali formaggi della tradizione.

I prezzi all’ingrosso del Grana Padano hanno, infatti, registrato una dinamica fortemente in ascesa per tutto il 2024, raggiungendo a fine anno la quotazione record di 10,53 euro/kg per la stagionatura minore, soprattutto grazie alla dinamicità della domanda estera. Andamento analogo per il Parmigiano Reggiano, che per la stagionatura di 12 mesi ha superato a dicembre il prezzo di 12,24 euro/kg. Forte spinta al rialzo anche per i listini del burro, influenzati dalle dinamiche continentali, con il prodotto UE arrivato a chiudere l’anno a 7,70 euro/kg (+43% su base tendenziale).

La bilancia commerciale

Il saldo della bilancia commerciale settoriale è attivo per il quarto anno consecutivo attestandosi a 487 milioni di euro nei primi dieci mesi del 2024. Tale valore è tuttavia in lieve calo (-3%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sotto la spinta delle importazioni. La richiesta sostenuta di materia prima da parte dell’industria di trasformazione e prezzi di fornitura competitivi hanno continuato a spingere le importazioni di latte in cisterna nel periodo gennaio-ottobre 2024 (+7,1% in volume su base tendenziale).

In particolare, nonostante la conferma della Germania nel ruolo di primo fornitore, sono cresciute soprattutto le importazioni dalla Slovenia (+25% nei primi dieci mesi 2024). Sono quasi raddoppiate le cisterne provenienti dalla Francia e (+77% in volume).

In aumento anche le importazioni di yogurt (+14,9% in volume nei primi dieci mesi del 2024), burro (+6,9% in volume) e formaggi (+8,7% in volume), in particolare di freschi (+7,7% in volume) e semiduri (+7,4% in volume).

Unica voce in flessione, a causa della minore domanda interna, sono state le importazioni di latte confezionato (-5,5% in volume).

Sul fronte attivo della bilancia, le esportazioni di formaggi e latticini sono cresciute (+11,2% in volume e +8,2% in valore nei primi dieci mesi del 2024), grazie alla ripresa di alcuni mercati strategici come Germania, Regno Unito e USA (rispettivamente +11,4%, +6,2% e +8,8% in volume).

A trainare le esportazioni sono soprattutto i formaggi freschi (+12,9% in volume e +8,3% in valore) e Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+9,4% in volume e +10,1% in valore) e i grattugiati (+11,3% in volume e +11,1% in valore); in aumento anche il Gorgonzola (+5,1% in volume e +0,3% in valore).

L’evoluzione del mercato interno

Vi è stato un calo della spesa delle famiglie per i prodotti lattiero caseari nel complesso del 2024 (-0,6% rispetto all’anno precedente) a fronte di volumi pure in diminuzione (-1%). A pesare sull’intero settore è stata soprattutto la contrazione dei volumi di latte fresco (-6,7% in volume) sempre meno consumato e, in parte, sostituito dallo yogurt (+4,0% in volume). I formaggi evidenziano complessivamente un lieve recupero della domanda domestica (+0,6% in volume), in particolare grazie al segmento dei freschi (+1,2% in volume) e dei prodotti industriali tipo spalmabili (+3,5% in volume).

Situazione più critica per il segmento dei formaggi duri (-1,3% in volume), a fronte di prezzi ancora in salita.

Pecorini

L’annata 2024-2025 per il Pecorino Romano, che ha preso il via il 1° ottobre scorso, si è aperta all’insegna della stabilità, sebbene i listini all’ingrosso siano il 5% inferiori rispetto a quanto si verificava nella stessa fase della recente campagna.

La flessione dei prezzi, dipesa in larga parte dalla maggiore offerta della campagna 2023/2024 che si è chiusa con un +7,1% della produzione di Romano, ha ridato slancio alle esportazioni di pecorino con un +4,9% in volume – dopo due anni in negativo – principalmente grazie al forte recupero del mercato USA (+10,6% in volume nei primi dieci mesi del 2024).

Sul fronte della domanda interna, al contrario, i consumi di pecorino continuano a diminuire (-6,8% in volume) nonostante la maggiore convenienza.

La nuova campagna lattiera ha esordito con un prezzo all’ovile in Sardegna di circa 150 euro/hl, anche come conseguenza dell’acuirsi del virus della lingua blu.

L’offerta di latte ridotta, per questioni prevalentemente legate al progressivo abbandono dell’attività, mantiene su livelli elevati anche i prezzi all’ovile nel Lazio e in Toscana (rispettivamente 152,5 euro/hl e 170 euro/hl in media).

Fonte: Report – AgriMercati relativo al IV trimestre 2024, Ismea

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