I dazi preoccupano anche Lactalis Italia

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Lactalis Italia – con i suoi brand Galbani, Parmalat, Vallelata, Zymil, Ambrosi e Castelli – è un ambasciatore di rilievo del made in Italy. Detiene infatti una quota del 16% dell’export caseario nazionale distribuendo oltre 106.000 tonnellate di formaggi in 112 Paesi per un fatturato di oltre 700 milioni di euro. Nei 12 siti produttivi interamente dedicati delle sue divisioni Ambrosi e Castelli, Lactalis produce DOP come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola e Mozzarella di Bufala campana.

Lactalis Italia, infatti, esporta oltre il 40% della propria produzione e consolida la propria presenza nei mercati chiave come Francia, Svizzera, Germania e Stati Uniti, ampliando anche la propria rete in Asia e America Latina.

Le sfide

Investimenti mirati, innovazione e un’offerta sempre più diversificata sono le chiavi di una crescita che non si arresta, nonostante le sfide globali.

Come gli anni passati, anche il 2025 si conferma un anno ricco di investimenti. È infatti previsto un piano che ammonta a oltre 68 milioni di euro, a dimostrazione della volontà dell’azienda di continuare a crescere e innovare, in Italia e sull’export. Particolare attenzione è dedicata allo sviluppo di nuovi prodotti pensati per i consumatori non solo italiani, ma anche internazionali. È il caso di un particolare formato di Parmigiano Reggiano a brand Galbani studiato per il mercato statunitense. Oppure soluzioni innovative come la crema Tiramisù in pouch e la Mozzarella con infusione all’origano per la Francia e l’Europa.

Il mercato USA: tra opportunità e rischi legati ai dazi

Gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più strategici per Lactalis Italia, che vi esporta il 6% del totale dei propri formaggi, con una quota che sale al 10% per Parmigiano Reggiano.

“La situazione è chiara: da oggi i formaggi duri saranno soggetti a un dazio complessivo del 35%, sommando il 15% già esistente a un ulteriore 20%, mentre la mozzarella affronterà un dazio totale del 30%. Un incremento significativo, che rischia di frenare una crescita finora molto positiva. Basti pensare che il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano hanno chiuso il 2024 negli Stati Uniti con quasi 20mila tonnellate esportate, segnando un aumento del 10,3% rispetto all’anno precedente. Con questi nuovi dazi, prevediamo un rallentamento, soprattutto per i formaggi duri, e questo ci preoccupa molto – dichiara Mauro Frantellizzi, direttore di Lactalis Italia Export. – L’introduzione di questi dazi porterà a un aumento del prezzo al consumatore, con possibili ripercussioni sulle vendite. In questo scenario, diventa dunque ancora più fondamentale fare sistema tra produttori, istituzioni e aziende per difendere il Made in Italy e rivolgersi a mercati emergenti”.

Nuova Castelli e Ambrosi: investimenti per il futuro del Made in Italy

“Nel 2025 investiremo 15 milioni di euro negli stabilimenti di Ambrosi e Castelli per continuare a valorizzare la tradizione casearia in strutture sempre più moderne e all’avanguardia – dichiara Michele Fochi, General Manager di Ambrosi e Nuova Castelli. – Il nostro impegno è garantire che i formaggi italiani preservino la loro qualità e autenticità. Per questo, continuiamo a investire nella filiera, nell’innovazione e nelle strategie di sviluppo, e anche e soprattutto sulle persone e sui casari, perché la manualità, esperienza e competenza si possano tramandare nel tempo. Solo così possiamo tutelare il prestigio del Made in Italy e affrontare con successo le sfide del mercato”.

Lactalis e l’export: curiosità e trend di mercato

 Nel 2024, il settore caseario italiano ha visto risultati straordinari, con una crescente domanda globale per prodotti come la burrata, il mascarpone e la mozzarella. La burrata ha registrato una crescita eccezionale del 22%, ben superiore al tasso medio di crescita dell’export caseario, che si attesta al 10,7%.    
Le esportazioni hanno raggiunto oltre 12.000 tonnellate di burrata, con Germania, Francia, Spagna e Polonia come principali mercati trainanti in Europa.  
 Il mascarpone ha mostrato una performance notevole, con un incremento significativo in Romania, dove oggi rappresenta oltre un terzo delle esportazioni totali verso il Paese. Questo prodotto ha trovato un’ottima accoglienza grazie alla crescente domanda di ingredienti di qualità per la pasticceria e la cucina internazionale.  
 La mozzarella continua a essere particolarmente apprezzata in mercati chiave come la Francia e il Regno Unito. In questi Paesi, la sua popolarità non solo si consolida, ma cresce anche grazie all’innovazione nei formati.  
 Anche il Gorgonzola, oltre al mercato italiano e francese, sta conquistando nuovi territori, in particolare in Danimarca, pur essendo fortemente legata alla tradizione del Danish Blue.  
A livello globale, la Cina si è confermata il Paese con la crescita più rapida nel 2024, con un incremento delle importazioni di formaggi italiani pari al 31%. A pari merito, l’Arabia Saudita, con un aumento del 31%. Seguono Polonia (27%) e Romania (25%). Questo grazie a un rafforzamento del posizionamento del made in Italy nel settore agroalimentare.  
 Anche altri mercati globali stanno mostrando dinamismo. Il Canada ha visto un aumento delle importazioni del 21%, gli Emirati Arabi Uniti un 19%. Oltre alla crescente popolarità del gorgonzola, Danimarca ha registrato un incremento generale dei consumi di formaggi italiani (18%). Questi dati confermano una domanda sempre più ampia e diversificata per i prodotti caseari italiani, con un’espansione che va oltre i tradizionali mercati europei, raggiungendo nuove frontiere in Asia, Medio Oriente e America Latina.  

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