In occasione del suo 200esimo anniversario, Ferrari Giovanni Industria Casearia presenta i risultati della ricerca condotta da SWG per indagare le abitudini di consumo degli italiani nel settore caseario.
A guidare le scelte di acquisto, la leva del Made in Italy, che si conferma un elemento centrale nell’identità alimentare dei consumatori e nella loro definizione del proprio rapporto con il cibo, con una sensibilità crescente per il km0 e la sostenibilità delle filiere. Cresce quindi l’attenzione alla filiera corta, all’impatto ambientale e al rispetto degli animali anche nel settore dei formaggi, in misura ancor maggiore tra i consumatori più affezionati di formaggi Ferrari (vedi box). Oggi, per 7 consumatori su 10 il tema della sostenibilità contribuisce a definire “l’idea di formaggio di qualità”.
Formaggi protagonisti dei pasti
Il 63% degli italiani, inoltre, dichiara di consumare “abitualmente” i formaggi duri stagionati. Percentuale che sale al 96% se si considerano pure gli acquirenti “saltuari”.
Consumi in crescita, soprattutto negli ultimi cinque anni: il 28% degli intervistati ha dichiarato di aver aumentato il proprio consumo di grattugiati; bene anche il segmento degli stagionati in pezzi interi (+20).
I formaggi giocano, dunque, un ruolo fondamentale nella dieta degli italiani: quasi 6 intervistati su 10 ne dichiarano un consumo settimanale regolare, almeno 3-4 giorni su 7.
Grazie al loro gusto, versatilità e comodità di utilizzo, i formaggi duri risultano particolarmente graditi ai consumatori durante i pasti, ma non solo. 6 italiani su 10 si dimostrano particolarmente interessati a nuove confezioni con mix di formaggi stagionati provenienti da diverse regioni italiane o DOP, ma anche a tagli dello stesso formaggio con stagionature diverse (52%), magari in abbinamento con prodotti complementari di degustazione (45%).
I grattugiati hanno conquistato gli italiani
Il grattugiato emerge invece, come il “re” della tavola nel quotidiano, soprattutto a pranzo e a cena. È proprio Giovanni Ferrari a mettere a punto, negli anni ’80, il confezionamento dei formaggi grattugiati freschi, in atmosfera protettiva: innovazione pionieristica che apre un nuovo segmento, che oggi vale circa un terzo del mercato dei formaggi duri in Italia.
Infatti, per 2 consumatori su 3 il grattugiato non solo “semplifica la vita”, conciliandosi con la frenesia quotidiana e la scarsità di tempo, mentre per il per il 52% è un valido sostituto del formaggio grattugiato a mano. Inoltre, è un valido aiuto contro lo spreco alimentare. Un connubio di praticità e qualità, quello dei grattugiati in busta, in assenza del quale circa 4 consumatori su 10 preferirebbero ridurre il proprio consumo di formaggio.
Per il 60% degli intervistati, però, la visibilità della marca rappresenta un elemento centrale nei processi di scelta, insieme a una corretta informazione sull’origine del formaggio (soprattutto per il target più maturo).
I giovani, infine, si mostrano più attenti alle indicazioni circa modalità di utilizzo e in cucina e sul corretto smaltimento del packaging a tutela dell’ambiente.
Tra chi sceglie Ferrari, infatti, il pack di un grattugiato racconta ed esprime la qualità del prodotto (88%, +16 punti rispetto alla media dei consumatori), dell’attenzione all’ambiente (76%, +9 punti.
Non a caso, per 9 consumatori su 10 il settore lattiero-caseario costituisce un vanto per il Paese e un’eccellenza invidiata in tutta Europa, nonché una leva per favorire l’attrattività dei territori. Allo stesso modo, la qualità pesa più della convenienza, e un italiano su cinque la considera un aspetto “irrinunciabile e senza prezzo”.