Parmigiano Reggiano: nel 2024 vendite totali +9,2%

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Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha presentato i dati economici del 2024. A fronte di uno scenario di crisi geopolitica, di incertezza sui mercati internazionali, il giro d’affari al consumo ha toccato il massimo storico di 3,2 miliardi di euro (nel 2023 erano 3,05 miliardi del 2023), +4,9%. Risultati positivi per le vendite totali a volume (+9,2%), sostenute da un andamento positivo delle vendite in Italia (+5,2%) e, soprattutto, dell’export (+13,7%).

La produzione è risultata stabile: 4,079 milioni di forme vs 4,014 milioni nel 2023 (+1,62%). Tra le province, prima per produzione è Parma (1.362.226 forme vs 1.350.415, +0,87%), seguita da Reggio Emilia (1.217.128 forme vs 1.217.380, -0,02%), Modena (877.874 forme vs 860.971, +1,96), Mantova (507.631 forme vs 476.361, +6,56) e Bologna (114.389 forme vs 109.173, +4,77%). Come da piano produttivo, il consorzio intende aumentare di circa il 2% la quantità prodotto, attestandosi quindi a circa 4,7 milioni di forme a fine 2031.

Il mercato interno…

L’Italia assorbe il 51,3% della produzione (osservatorio Sell-In Nielsen). Per quanto riguarda i canali distributivi, la GDO rimane il primo (65%), seguita dall’industria (18%), che beneficia della crescente popolarità dei prodotti caratterizzati dalla presenza di Parmigiano Reggiano tra gli ingredienti. Il canale Horeca rimane fanalino di coda, e quindi con un enorme potenziale di sviluppo, attestandosi al 7% del totale. Il restante 10% è distribuito negli altri canali di vendita. Le vendite dirette dei caseifici (che si concentrano per oltre l’85% in Italia, pari a circa 9.000 tonnellate) rappresentano il 5,5% delle vendite totali e hanno registrato un forte aumento (+13,0%).

… e quello estero

La quota export rappresenta oggi quasi la metà del totale, il 48,7% (pari a 72.440 t.), con una crescita del +13,7%. Per il 2025 il consorzio si prefigge di superare quota 50%. Risultati particolarmente positivi nei cinque mercati principali: USA (+13,4%), Francia (+9,1%), Germania (+13,3%), Regno Unito (+17,8%) e Canada (+24,5%). Note positive anche per il Giappone (+6,1%), primo mercato in Asia, e Australia (+28,2%).

Obiettivo: diventare brand iconico globale

Parmigiano Reggiano ha confermato il percorso avviato da alcuni anni per diventare un vero brand iconico globale, pronto ad affrontare gli ostacoli posti da mercati estremamente vasti, ricchi di prodotti d’imitazione e caratterizzati da una marcata confusione al momento dell’acquisto.
Il consorzio sta lavorando assiduamente per valorizzare la distintività della Dop, fornendo al consumatore più informazioni sulle sue caratteristiche: la stagionatura, la provenienza, il processo produttivo e il gusto. Elementi che offrono l’opportunità di differenziarsi dai concorrenti.

Per questo per le attività di marketing il consorzio ha investito 24 milioni di € nel 2024 e ne ha iscritto a bilancio 29 milioni per quest’anno. Tali risorse saranno impiegate soprattutto per supportare la crescita nei mercati esteri, unica via perché il Parmigiano Reggiano si affermi come brand iconico, considerando la parabola discendente della demografia italiana. L’obiettivo è aumentare l’incidenza dell’export sino al 70-80% nel prossimo decennio. Per questo il consorzio ha studiato una strategia che opera su diversi fronti.

Come diventare un love brand

Carmine Forbuso, direttore marketing del consorzio di tutela, ha illustrato una strategia che si basa su 3 punti:

-diversificare la domanda sia ringiovanendo il target (focus 30-45 anni) sia creando nuovi rituali di consumo più coerente con i tempi moderni;

– elevare la percezione di brand valorizzando il territorio e il turismo e investendo attivamente nella divulgazione della cultura di prodotto;

-comunicare in modo più moderno lanciando una nuova piattaforma di comunicazione di posizionamento e investendo di più sul digital e sul marketing esperienziale immersivo.

Il commento del presidente

«È obbligatorio creare nuovi spazi nei mercati internazionali e sarà necessario guidare le precondizioni affinché ciò si possa avverare. È evidente – ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del consorzio – come in questo scenario, gli USA, ovvero il nostro primo mercato estero, svolgano un ruolo fondamentale.

L’aumento dei dazi sul Parmigiano Reggiano è una notizia che di certo non ci ha rallegrato, ma il nostro è un prodotto premium e l’aumento del prezzo non porta automaticamente a una riduzione dei consumi. Lavoreremo per cercare con la via negoziale di fare capire per quale motivo non ha senso applicare dazi a un prodotto come il nostro che non è in reale concorrenza con i parmesan americani. Con gli USA occorre intavolare un ragionamento sul fatto che non si hanno vantaggi nell’intraprendere una guerra commerciale, né da un lato né dall’altro. Questo dialogo non va condotto bilateralmente dai singoli Paesi, ma dall’Unione Europea».

Per questo il consorzio ha deciso di giocare in attacco investendo ancora di più negli USA, stanziando 5,2 milioni di € per informare i consumatori sull’unicità del prodotto.

Come sta andando il 2025

I dati del consorzio mostrano nel primo trimestre una contrazione del 2,3% rispetto al primo trimestre 2024 (che aveva registrato a sua volta un rialzo del 13,5% su analogo periodo del 2023). Questo in ragione del calo sul mercato interno del 9,5% vs 2024 in seguito ad assestamento fisiologico e carenza di prodotto. Mentre sul fronte estero il consorzio segnala un +5,7% vs 2024 imputabile alla tenuta dei fondamentali e a un “effetto scorta”.

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