Secondo il progetto di bilancio che sarà sottoposto agli azionisti, lo scorso anno il Gruppo Granarolo ha raggiunto un fatturato consolidato di 1.280 milioni di euro, in calo del 3% anno su anno (37 milioni a valore). A perimetro costante e al netto dell’effetto cambi, la riduzione del fatturato si attesta al 3,1% a causa della contrazione delle vendite normal trade e food service in Italia e nei Paesi in cui opera.
I cambiamenti sociali imposti dalla “nuova normalità” hanno penalizzato i consumi fuori casa – il canale ha perso il 40,7%, il Gruppo Granarolo il 25-30% medio, con picchi del -80% da marzo a maggio – in favore dei consumi domestici attraverso un cambio del mix di spesa che ha privilegiato soprattutto i prodotti commodity a shelf life più lunga (latte esl e latte UHT a lunga conservazione) e gli ingredienti (uova, formaggi, mascarpone …).
Il margine operativo lordo (EBITDA) si colloca a 78,5 milioni pari al 6,1% dei ricavi, sostanzialmente in linea con le previsioni aziendali e in miglioramento rispetto al 2019 di 5,8 milioni di euro (+8%).
Il risultato operativo (EBIT) è 28 milioni di euro, pari al 2,2% dei ricavi di vendita.
Il risultato netto dell’esercizio assicura un utile pari a 15,8 milioni di euro.
La Posizione Finanziaria Netta si attesta a 164 milioni di euro, in incremento di 2,6 milioni di euro rispetto allo stesso dato al 31 dicembre 2019.
L’Italia è il principale sbocco
Le vendite del gruppo sono tradizionalmente concentrate in Italia (66,8% dei ricavi). L’Europa assicura il 28,2% dei ricavi (+1%) mentre l’area extra europea il 4,9% (-10,9%). Complessivamente l’incidenza del fatturato estero sul totale è del 33%, così come avvenuto nell’esercizio precedente.
“Nel corso del 2020 il nostro Gruppo, che opera in un settore non facile in termini di marginalità media e con costi di logistica significativi, ha reagito con tempestività alla nuova situazione di mercato determinata dalla pandemia e dalle forti restrizioni connesse – dichiara Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo. – Abbiamo agito per garantire da subito la salute delle nostre persone, la produzione di beni essenziali come latte e derivati, la parziale riconversione sull’e-commerce del nostro network logistico operante sull’horeca, il sostegno alle comunità maggiormente colpite dal virus. Nonostante la contrazione delle vendite del latte fresco derivante dalla chiusura di bar e scuole, Granarolo si è impegnata a raccogliere tutto il latte prodotto dagli allevatori italiani della filiera Granlatte e da altri allevatori fuori filiera rimasti in difficoltà, nella consapevolezza dell’importante ruolo svolto dalla cooperativa in Italia.
L’obiettivo del lavoro che stiamo mettendo a punto è di restituire agli azionisti e agli agricoltori del Paese il maggior valore aggiunto che deriva dalla qualità delle produzioni e dall’efficienza dell’organizzazione. La chiusura di questo bilancio è in linea con quest’assunto, in un anno imprevedibile come quello appena chiuso. La piena ripresa, una volta che il piano vaccinale avrà sortito i suoi effetti, desta comunque qualche preoccupazione. Le stime ISTAT infatti parlano di molte famiglie in difficoltà, un PIL che scende e un terzo di esercizi (bar, ristoranti…) che non riapriranno più”.