Considerando i cambiamenti avvenuti nei processi e negli ingredienti alimentari, e rispondendo ai consumatori che avevano chiesto alla FDA stessa di chiarire l’uso del termine “naturale”, l’agenzia americana sta chiedendo al pubblico di fornire informazioni e commentare l’uso di questo termine nell’etichettatura dei prodotti alimentari destinati all’alimentazione umana.
L’ente ha infatti ricevuto tre petizioni che chiedono all’agenzia di definire il termine “naturale” quando compare in un’etichetta e una petizione che ne chiede addirittura il divieto d’uso. Anche alcuni tribunali federali statunitensi, a seguito di controversie tra privati, hanno chiesto all’FDA pareri in merito al fatto se possano essere etichettati come “naturali” alimenti contenenti sciroppo di fruttosio o ingredienti ottenuti tramite ingegneria genetica.
Anche se attualmente non sta lavorando a una definizione formale di “naturale”, l’agenzia vanta una politica consolidata per quanto riguarda l’uso di “naturale” nell’etichettatura alimentare. La FDA ritiene che il termine “naturale” significhi che non sia impiegato o aggiunto a un alimento nulla di artificiale o sintetico (compresi i coloranti, indipendentemente dalla fonte) che normalmente non ci si aspetta di ritrovare in tale cibo. Tuttavia, questa linea non considera i metodi impiegati nella produzione alimentare, come per esempio l’uso di pesticidi, né i processi di trasformazione degli alimenti, come le tecnologie termiche, la pastorizzazione o irradiazione. La FDA non ha neppure considerato se il termine “naturale” debba descrivere un qualsivoglia beneficio nutrizionale o di altro tipo.
Alla luce di questo, la FDA ha sollecitato opinioni e commenti su questioni quali:
- è opportuno definire il termine “naturale”?;
- nel caso in cui la domanda al primo punto sia positiva, come l’agenzia dovrebbe definire “naturale”?;
- Come l’agenzia dovrebbe definire un uso proprio del termine sulle etichette dei prodotti alimentari?